di Michele Morgante (Associazione Genetica Italiana – AGI) e Martino Bolognesi (Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare – SIB).
Il Premio Nobel 2021 per la Fisica è stato assegnato a Syukuro Manabe (climatologo, 90 anni, Princeton University), Klaus Hasselmann (climatologo, 89 anni, Max Planck Institute for Meteorology, Amburgo) e Giorgio Parisi (Fisico teorico, 73 anni, Università di Roma “La Sapienza”) con la seguente motivazione “The discoveries being recognized this year demonstrate that our knowledge about the climate rests on a solid scientific foundation, based on a rigorous analysis of observations”.
Per l’Italia è un importante riconoscimento, sia per la distanza dal Premio Nobel per la Fisica a Rubbia 37 anni fa, sia per il momento storico in cui il lavoro di Giorgio Parisi viene riconosciuto. Oltre che Professore Emerito di Fisica Teorica presso l’Università di Roma “La Sapienza”, Parisi è ricercatore INFN, ed è stato fino a metà 2021 Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, di cui attualmente è Vice-Presidente. La sua carriera è costellata di riconoscimenti scientifici, ultimo cronologicamente il Wolf Prize for Physics di quest’anno.
Il Nobel a Parisi non premia solo la scienza del clima
Ma in quale maniera le ricerche di Parisi si correlano alla motivazione espressa dal Comitato Nobel in merito allo studio dei cambiamenti climatici? La risposta si trova nel costante interesse che gli studi di Parisi hanno rivolto alla decodificazione di realtà fisiche complesse, spesso caotiche, dai sistemi atomici, a quelli vetrosi, ai sistemi neurali, al clima del pianeta, traducendole in sistemi quantificabili, i cui comportamenti diventino prevedibili in maniera complessiva, e/o su scale di tempi estese. Pertanto, il riconoscimento a Parisi ha implicazioni non solo sulla scienza del clima, principale oggetto del Premio Nobel, ma anche in campi della scienza diversi, teorici (matematica, intelligenza artificiale) e “applicativi”, quali diverse branche delle scienze della vita.
Giorgio Parisi e la differenza tra scienziato e uomo di scienza
Giorgio Parisi non è solo un grande scienziato ma anche un grande uomo di scienza, con ciò volendo fare riferimento al fatto che si è sempre speso perché venga riconosciuto il ruolo della scienza e degli scienziati nella società e perché gli scienziati rendano evidente l’importanza della scienza. Di tale impegno civico ha dato prova costante nel suo mandato da Presidente dell’Accademia dei Lincei. Fin dal primo giorno della sua presidenza ha voluto ripensare il ruolo dell’Accademia chiedendo a tutti i soci un maggiore impegno per far risaltare la voce della Scienza nel dialogo sociale e politico e per accreditare maggiormente l’Accademia come interlocutore privilegiato dei poteri esecutivo e legislativo. A tale fine ha voluto ripensare la struttura e il ruolo delle Commissioni dell’Accademia che sotto la sua guida vigile hanno intensificato la loro attività.
Il sostegno alla ricerca e ai giovani ricercatori
Parisi ha sempre mantenuto una posizione ferma nel chiedere che la ricerca italiana sia meglio finanziata e che ci sia maggiore attenzione per i nostri giovani ricercatori anche per evitare una diaspora i cui costi economici ed intellettuali per il paese non sono mai sufficientemente apprezzati. Non appena è scoppiata la pandemia da COVID-19 Parisi ha favorito la creazione di una Commissione COVID che ha svolto un ruolo importante nel cercare di mettere chiarezza, scientificità e rigore nella infodemia che è seguita alla pandemia. Ma Giorgio non si è limitato a questo, si è speso in prima persona per far capire l’importanza dell’uso di approcci matematico-statistici nella modellazione della pandemia e la necessità di una completa condivisione di dati ed informazioni secondo un modello di open-science per consentire agli scienziati di svolgere al meglio il loro lavoro.
Il suo pensiero sul ruolo degli scienziati nella nostra società è ben riassunto da queste frasi prese dal suo discorso di inaugurazione dell’Anno Accademico 2020-2021 dei Lincei: “Un’Accademia come la nostra, che ha lo scopo di promuovere, coordinare, integrare e diffondere le conoscenze scientifiche nelle loro più elevate espressioni nel quadro dell’unità e universalità della cultura, non può rimanere indifferente all’enorme interesse di un pubblico sempre più vasto per la scienza e per le ultime novità scientifiche. Come Accademia abbiamo il dovere di promuovere una cultura «basata sui fatti» ed impedire che si diffonda la pseudoscienza e che si facciano scelte sbagliate. Non basta capire, trovare la strada, ma bisogna riuscire a comunicare, a spiegare non solo i risultati ma anche la metodologia seguita, per poter essere convincenti in maniera duratura.”