Di Redazione.
A pochi giorni dalla conclusione dei FISV Days 2022, che ha dedicato la giornata del 23 novembre a Gregor Mendel in onore del bicentenario della sua nascita, ripercorriamo insieme a Telmo Pievani* la (mancata) relazione tra Darwin e Mendel. I due scienziati, diversi da tanti punti di vista, si trovano a studiare lo stesso fenomeno scientifico nello stesso periodo storico ma non arrivano mai a conoscersi né, quindi, ad integrare l’uno le conoscenze dell’altro. Cosa che accadrà solo molti anni dopo la loro morte con la scoperta del Dna.
Mendel e Darwin: cosa li accomuna e cosa invece li separa?
Darwin e Mendel erano separati, più che accomunati.
Li separava soprattutto la condizione socio-economica: Darwin è un naturalista benestante che vive di rendita, non ha mai lavorato, ha una moglie ricchissima e vive nell’epicentro della scienza che contava. Mendel, invece, viene da una famiglia povera, si dedica alla carriera ecclesiastica per mantenere la famiglia.
A separarli, anche la formazione: Darwin ha una formazione da naturalista ed esploratore, potremmo dire, mentre Mendel ha una formazione statistica e matematica.
Qualcosa, però, li accomuna: negli stessi anni si dedicano allo stesso argomento scientifico, cioè come le caratteristiche dell’individuo si trasmettono da una generazione all’altra. Darwin non ci arriva, Mendel sì, poi però si ferma, smette di fare ricerca e nessuno darà credito alle sue teorie fino a 16 anni dopo la sua morte. Darwin e Mendel vivono e studiano in mondi paralleli che non si incontrano.
Siamo sicuri che non si siano mai incontrati?
Darwin e Mendel non si incontrano mai fisicamente. C’è una notizia falsa che gira, cioè che Darwin avesse ricevuto il saggio di Mendel e non l’avesse letto e capito. in realtà, non abbiamo prove che questo sia avvenuto, Darwin non lo cita mai e nella sua biblioteca il saggio non fu mai trovato.
Mendel ha fatto 40 copie del suo manoscritto ma non ne ha mandata nessuna a Darwin. C’erano, invece, nella biblioteca di Darwin 2 libri in cui Mendel era citato per le sue ricerche.
Succede, poi, un fatto: nel 1862 Mendel va all’esposizione universale di Londra (dove vengono presentate, tra l’altro, le locomotive di nuova concezione, la gomma), forse con la segreta speranza di incontrare un esponente scientifico importante, ma Darwin non ci va perché suo figlio è malato e lui non ama i congressi. Erano vicinissimi ma così non si incontrarono.
Cosa si sarebbero detti se avessero potuto confrontarsi?
Un articolo di Jonathan C. Howard dimostra che non si sarebbero capiti: Darwin non amava la statistica, Mendel era un tecnico e non un teorico. In realtà non sappiamo come sarebbe andata, sono solo supposizioni. Di certo, se si fossero incontrati, sarebbe stata una rivoluzione, una scoperta potentissima.
L’incontro, invece, è avvenuto negli anni 30 del ‘900 quando le tradizioni darwiniana e mendeliana si fondono insieme, dopo più di mezzo secolo dal fallito incontro.
Cosa ci insegna la storia di questo mancato incontro?
Due cose sono interessanti dal punto di vista della filosofia della scienza.
La prima: la storia della scienza non è lineare, non è un percorso dove le evidenze scientifiche vengono alla luce semplicemente, a volte rimangono nascoste per anni, in un percorso contorto.
Poi, Darwin aveva visto dei dati che potevano indurlo a capire le leggi sull’ereditarietà di Mendel ma non afferrò l’importanza di quei dati. Questo mostra come nella scienza i dati da soli non bastano, bisogna avere le lenti giuste per interpretarli. E questo vale anche per la scienza moderna.
Entrambi muoiono con la consapevolezza che c’è “un pezzo mancante”…
Noi sappiamo che Mendel nel ’68 diventa abate e accantona le sue ricerche. Eppure, la storia dei piselli gli rimane in testa e continua a parlarne ai monaci, tanto che in punto di morte dirà qualcosa come “Verrà il giorno che capiranno le mie teorie…” Si è portato questa speranza nella tomba, non ha fatto in tempo ad avere il riconoscimento che meritava, cosa che sarebbe avvenuta 16 anni dopo.
Anche Darwin muore sapendo che manca un pezzo alla sua teoria. Lui sa che la selezione della specie avviene perché gli individui sviluppano differenze ma non capisce come queste differenze si trasmettono e sviluppa l’idea (sbagliata) della pangenesi. I suoi studi verranno completati negli anni Trenta quando si scoprirà la genetica.
Telmo Pievani
Telmo Pievani (1970) è Ordinario di Filosofia delle Scienze Biologiche presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova. Dal 2017 al 2019 è stato Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica, il primo filosofo della scienza a ricoprire questa carica. Filosofo della biologia ed esperto di teoria dell’evoluzione, è autore di 302 pubblicazioni nazionali e internazionali nel campo della filosofia della scienza, fra le quali: Introduzione alla filosofia della biologia (Laterza, 2005); La teoria dell’evoluzione (Il Mulino, 2006, 2010 e 2017); Creazione senza Dio (Einaudi, 2006); Nati per credere (Codice Edizioni, 2008, con V. Girotto e G. Vallortigara); La vita inaspettata (Cortina, 2011); Homo sapiens. La grande storia della diversità umana (Codice Edizioni, 2011, con L.L. Cavalli Sforza); Introduzione a Darwin (Laterza, 2012); La fine del mondo (Il Mulino, 2012); Homo sapiens. Il cammino dell’umanità (Atlante dell’Istituto Geografico De Agostini, 2012); Evoluti e abbandonati (Einaudi, 2014); Libertà di migrare (Einaudi, 2016, con V. Calzolaio); Come saremo (Codice Edizioni, 2016, con L. De Biase); Homo sapiens e altre catastrofi (Meltemi, 2018); Imperfezione (Cortina, 2019); La Terra dopo di noi (Contrasto, 2019; con foto di F. Lanting); Finitudine (Cortina, 2020); Viaggio nell’Italia dell’Antropocene (Aboca Edizioni, 2021, con M. Varotto); Serendipità (Cortina, 2021); La natura è più grande di noi (Solferino, 2022); Il giro del mondo nell’Antropocene (Cortina, 2022; con M. Varotto e mappe di F. Ferrarese).
È socio di importanti società e accademie scientifiche italiane, fa parte del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi e dell’Editorial Board di riviste scientifiche internazionali come Evolutionary Biology, Evolution: Education and Outreach, Rendiconti Lincei per le Scienze Fisiche e Naturali e Nature Italy. Dal 2020 è co-direttore scientifico della collana “Scienza e Idee” di Raffaello Cortina Editore. Dal 2018 fa parte del Comitato Editoriale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. È direttore del portale Pikaia, collabora con i principali festival della scienza italiani, ha diretto importanti mostre scientifiche internazionali. Dal 2014 è nel Consiglio Scientifico Internazionale del MUSE di Trento.
Autore di libri anche per bambini sull’evoluzione, insieme alla Banda Osiris e a Federico Taddia è autore e attore di progetti teatrali e musicali a tema scientifico, come “Finalmente il Finimondo!” (2012), “Il maschio inutile” (2015) e “AquaDueO” (2018). Nel 2019, con il collettivo musicale “Deproducers” ha realizzato, per AIRC, lo spettacolo “DNA”. Collabora con Il Corriere della Sera, con la RAI per trasmissioni come “Storie della scienza”, Wikiradio e “La Fabbrica del Mondo” (con M. Paolini), e con le riviste Le Scienze, Micromega e L’Indice dei Libri.
Sito web personale: www.telmopievani.com